Cibo, Vino e…. Arte!! Un “blend” superlativo..

Rimaniamo ancora un attimo nella cittadina di Cortona che, oltre ad ospitare nelle sue meravigliose colline numerosi vigneti che la rendono famosa per i suoi vini prelibati, è patria di un artista multiforme: Pietro Berrettini (Cortona 1596- Roma 1669).

Conosciuto più comunemente come Pietro da Cortona, egli si può definire come il rappresentante italiano del Barocco seicentesco.

La sua formazione però non avvenne a Cortona, bensì a Firenze e a Roma dove si recò nel 1612, e dove ebbe l’opportunità di entrare in contatto con personalità importanti come Annibale Carracci, Rubens e soprattutto Bernini da quale prenderà spunto per il suo futuro modo di dipingere; una maniera larga, sciolta e pronta negli scorci, leggera e ariosa nel colorito.

Penso sia importante soffermarsi su alcune opere del periodo giovanile, che possono trovare un legame con la sua terra natìa: per esempio “Il trionfo di Bacco” realizzato nel 1625 per la famiglia Sacchetti, i protettori romani del giovane artista. Esso è un dipinto di argomento mitologico da cui si percepisce la volontà dell’artista di utilizzare un colore libero e un cromatismo audace.

La scelta di rappresentare proprio Bacco e non un’altra figura del panorama mitologico, fa pensare proprio al legame dell’artista alla sua terra natìa di cui il dio può essere considerato un suo protettore.

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Nel 1637 Pietro si trova a Firenze da Ferdinando II e per lui affrescherà la Sala della Stufa di Palazzo Pitti con le “Quattro età”.

Vorrei soffermarmi sul secondo affresco ad essere stato eseguito, “L’età dell’argento”. Esso come gli altri tre affreschi, fu ispirato dalle Metamorfosi di Ovidio e rappresenta un periodo meno buono rispetto al successivo dell’Età dell’Oro. Gli uomini però si sostentano grazie ai frutti del lavoro nei campi e di nuovo Pietro fa luce su un prodotto della natura tipico del suo paese: l’uva.

E’ significativo mettere in luce  un dettaglio, cioè i putti che quasi con voracità mangiano i grappoli d’uva esprimendo con i loro volti la bontà di quel frutto.

Il paesaggio dell’affresco si può ricondurre a quello idillico delle colline toscane e delle confinanti colline umbre, che sicuramente saranno rimaste sempre impresse nella mente dell’artista Cortonese. 

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